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Disastri ambientali, cambiamenti climatici e migrazioni in aumento hanno effetti maggiori su bambini e adolescenti. Particolare importanti quelli derivanti dalle emergenze secondarie (Graham et al., 2019).
Nel 2020, 452 milioni di bambini (uno su sei in tutto il mondo) vivevano in zone di conflitto o di emergenza (Save the Children, 2021). Terminate le emergenze primarie, per questi bambini non è facile tornare alla normalità. Spesso restano esposti a pericoli che vanno dalla perdita o separazione dalle famiglie al lavoro minorile, all’impossibilità di proseguire il percorso educativo avviato. Notevoli le conseguenze per la salute: durante le emergenze primarie sono comuni scarsa igiene, cattiva alimentazione, difficoltà di reperire medicinali o prodotti specifici. (Save the Children, 2021). Durante le emergenze secondarie questi problemi aumentano anche a causa delle difficoltà relazionali e dell’impossibilità di seguire percorsi educativi normali. Particolarmente grave la situazione nei paesi con contesti di fragilità: migrazioni e spostamenti forzati hanno un impatto rilevante sui bambini (oltre il 40% del totale degli sfollati nel mondo).
Durante le emergenze secondarie, è importante garantire lo sviluppo dei bisogni emotivi, sociali e fisici dei bambini e permettere loro di raggiungere il pieno potenziale per il benessere permanente.
Lo studio analizza il ruolo primario della scuola per fare ciò in particolare durante le emergenze secondarie. A cominciare dall’accoglienza: poter stare in luoghi noti è importante. Invece, raramente le scuole sono predisposte per questo. In Italia, secondo i dati del MIUR la maggior parte delle scuole sarebbero inutilizzabili per questo scopo.
È importante realizzare scuole inclusive, sicure e in grado di far fronte alle emergenze. Raramente, però, il personale riesce a sopperire a queste necessità. È fondamentale definire piani di risposta alle emergenze secondarie basati sui bisogni dei minori che comprendano servizi medici di emergenza (EMS) e piani di risposta alle emergenze (MERP). Personale e studenti dovrebbero essere preparati alle emergenze secondarie, alle tecniche di primo soccorso e rianimazione cardiopolmonare (RCP) e all’uso dei defibrillatori automatici (DAE). Importante anche identificare studenti a rischio e organizzare piani di assistenza individuali.
Al Transforming Education Summit è stata ribadita l’importanza dell'EIE e di una maggiore attenzione alle emergenze secondarie in particolare per i gruppi sociali più deboli. Il nostro lavoro intende fornire indicazioni per raggiungere concretamente questo obiettivo.
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